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Ipossiemia bambini: come tenerla sotto controllo

In Salute - ipossiemia Bambini

Che cos’è la saturazione dell’ossigeno nel sangue?
Quali sono i valori normali per i bambini e come tenerli sotto controllo? Ecco gli strumenti per riconoscere l’ipossiemia nei bambini.

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L’ipossiemia una condizione che si verifica quando la saturazione dell’ossigeno nel sangue non è sufficiente. Ciò significa che il sangue arterioso ha una quantità di ossigeno inferiore ai livelli normali.

Sapere che cos’è la saturazione dell’ossigeno nel sangue e con quali valori può verificarsi ipossiemia nei bambini è indispensabili per capire se ci si trova in una condizione critica. Infatti, l’ipossiemia può essere pericolosa, in quanto ostacola la corretta diffusione dell’ossigeno in tutte le zone del corpo e può mettere in serio rischio la funzionalità dell’organismo.

Che cos’è la saturazione dell’ossigeno

Quella che viene chiamata saturazione dell’ossigeno nel sangue, in realtà, è la saturazione emoglobinica arteriosa, ovvero un valore che indica percentualmente la proporzione tra l’emoglobina nella quale è presente l’ossigeno e l’emoglobina totale.

Nel sistema vascolare sono presenti i globuli rossi, i quali hanno l’incarico di trasportare l’ossigeno in tutto l’organismo, irrorando organi e tessuti. Nel momento in cui il quantitativo di ossigeno presente nei globuli rossi si abbassa e scende al di sotto di una certa soglia, allora i tessuti e gli organi non vengono ossigenati sufficientemente e si rende concreto il rischio che non possano svolgere le loro funzioni in modo corretto. Quando si verifica questo quadro, si parla di ipossiemia.

Non si tratta però di una situazione costante, in quanto può modificarsi rapidamente in base a diversi elementi e condizioni.

Per valutare una possibile condizione di ipossiemia, devono essere prese in considerazione le caratteristiche del soggetto, in quanto i valori di riferimento non sono fissi. In particolare, bisogna valutare l’età, le patologie respiratorie già in atto, le abitudini come il fumo, la capacità respiratoria.

Inoltre, per quanto riguarda i bambini, i parametri di riferimento sono leggermente diversi da quelli degli adulti.

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Saturazione ossigeno bambini: come si misura

La saturazione dell’ossigeno nel sangue si misura attraverso un semplice strumento detto saturimetro o, più precisamente, pulsossimetro.

Oggi la tecnologia ha trasformato il saturimetro in uno strumento molto diffuso anche al di fuori degli ospedali: un tempo era utilizzato solo in ambito ospedaliero, mentre oggi, con l’avvento dei pulsossimetri portatili, ciascuno di noi può tenere sotto controllo la propria saturazione.

Braun ha pensato dei modelli di pulsossimetro che coniugano comfort e semplicità di utilizzo con la massima precisione nella registrazione dei dati. Lo strumento, infatti, può essere portato sempre con sé e i dati visionati facilmente grazie al comodo display.

È sufficiente appoggiare il proprio dito della mano sul rilevatore perché lo strumento rilevi la quantità di emoglobina presente nel sangue e il carico di ossigeno, calcolando rapidamente la proporzione.

A seconda dei modelli, poi, per la misurazione possono essere utilizzate altre parti del corpo, per esempio il dito del piede o l’orecchio. Inoltre, alcuni modelli monitorano anche il battito cardiaco.
Un vero aiuto in caso di ipossiemia nei bambini.

Non essendo uno strumento invasivo, esistono modelli che possono essere utilizzati anche per i bambini. L’importante è posizionarlo correttamente e stare fermi mentre avviene la rilevazione in modo che, attraverso il contatto, lo strumento sia il grado di registrare i dati.
Nel caso in cui ci si sia accorti che il bambino si è mosso o che lo strumenti restituisce dati poco coerenti, è necessario ripetere la misurazione.

Quando si verifica l’ipossiemia?

Come accennato, i valori di riferimento non sono così inequivocabili, ma vanno analizzati in relazione alle condizioni specifiche del soggetto.

Secondo gli esperti, la saturazione rientra nella norma quando è compresa tra 95% e il 99%: in media dovrebbe attestarsi attorno al 97%, ma, per capire se possa essere preoccupante, bisogna valutare le condizioni del singolo e interpretare le motivazioni per cui tale valore potrebbe essere sceso.

Nei bambini, la saturazione dell’ossigeno dovrebbe avere dei valori un po’ più alti: già al di sotto del 97% la saturazione è considerata troppo bassa.

Al contrario, negli anziani non è raro che i valori possano scendere maggiormente: per esempio, anche valori attorno al 93% possono essere normali e non patologici.

A maggior ragione, chi ha condizioni respiratorie di tipo patologico, per esempio broncopatie o broncopneumopatie, i valori possono attestarsi anche attorno al 90%: in questi casi, in realtà c’è una ipossia dovuta alla patologia, ma è comunque lieve.  

Al di sotto di queste percentuali si registra una ipossia moderata (tra 86%-89%) e, ancora al di sotto, diventa grave. Talvolta, si rende necessario l’utilizzo di macchinari con l’ossigeno artificiale.  

Viceversa, potrebbe verificarsi la situazione opposta: quando la saturazione si attesta attorno al 100% potrebbe essere in atto iperventilazione, per esempio per effetto di un attacco di panico.

Come e perché monitorare la saturazione dell'ossigeno nei bambini

Così come avviene per gli adulti, è importante monitorare la saturazione dei bambini per scongiurare il rischio di ipossiemia.

Conoscere la quantità di ossigeno nel sangue è utile per:

  • avere un quadro preciso delle condizioni respiratore di adulti sia dei bambini in relazione alla possibilità di malattie cardio-polmonari;
  • rilevare apnee notturne o altri disturbi del sonno che possono avere relazione con a una cattiva respirazione;
  • monitorare le condizioni in caso di Covid-19. A partire dai primi casi di Covid-19 si sono notati spesso bassi valori di ossigeno nel sangue tra le persone contagiate.
    Oggi, con i vaccini e con le nuove varianti, il rischio sembra essere leggermente diminuito, ma non è del tutto assente.
    Chi è positivo dovrebbe comunque tenere sotto controllo la saturazione.

Saturimetro per adulti e pediatrico: cosa cambia

Il saturimetro pediatrico è molto simile allo strumento per adulti, anche se ci sono alcune piccole differenze.

  • I saturimetri pediatrici proprio perché sono studiati per i bambini hanno un sensore più piccolo, in modo da adattarsi meglio alle dimensioni più ridotte dei bambini.
  • Sono meno sensibili al movimento: i bambini tendono a muoversi maggiormente rispetto agli adulti e il pulsossimetro per adulti potrebbe non rilevare correttamente i dati.
  • Sono stati predisposti anche dei pulsossimetri per i neonati: il sensore ve posizionato sul dito del piede del bambino ed è ancora meno sensibile ai movimenti rispetto ai modelli che vengono posizionati sul dito della mano.
  • Esistono saturimetri per adulti e per bambini che possono collegarsi tramite una app allo smartphone: in questo modo può essere tenuta costantemente sotto controllo la situazione del proprio bambino.